Pellegrinaggio della gioventù in Terrasanta
24 - 3 1 Agosto 2007

Io credo! Sento il desiderio di affermarlo con maggiore certezza e non dubito, soprattutto adesso. E’ ancora vivo in me un senso di impotenza e contrastanti emozioni difficile da esprimere ma prevale il desiderio di testimoniare “ciò che abbiamo visto e ascoltato “.

Acri_GifraSiamo stati in pellegrinaggio in Terra Santa, la terra piena di contraddizioni, con i giovani della Gioventù Francescana di Puglia e Molise. Ogni cristiano dovrebbe guardare con i propri occhi e interpretare così la difficile convivenza delle religioni in un fazzoletto di terra in cui alcune delle principali religioni del mondo convivono fra mille difficoltà e conflitti che forse mai avranno fine.
Sono conflitti a volte inconcepibili per chi come noi è abituato a vivere in uno Stato con forte maggioranza cattolica. Ma in quei luoghi santi, calpestati da Gesù, oggi i cattolici sono appena l’1,5 %.
Non pare vero ma i nostri frati francescani, al quale è affidata la custodia di taluni luoghi, convivono con le costanti pressioni di altre religioni spesso per nulla tolleranti.
E così vorresti ribellarti quando sullo strada per il Muro del Pianto gli ebrei sputano ai piedi dei nostri frati (lo fanno per purificarsi); o quando sei in coda per accedere al Santo Sepolcro e vieni deriso e insultato dal Cristiano Ortodosso addetto al flusso dei pellegrini.
Nell’immediata vicinanza e spesso di fronte alle nostre chiese è necessariamente presente una grande moschea, segno incontrastabile della superiorità oppressiva. E i loro minareti, alte torri dalle quali ad ogni ora del giorno e della notte diffondono la preghiera gli islamici, sono onnipresenti. La preghiera dei musulmani deve insinuarsi in ogni luogo e deve essere ben udibile anche nelle chiese e nelle sinagoghe. Mi tornano alla mente le parole di un frate siriano “attenti voi Italiani perché rischiate di diventare ospiti a casa vostra” A Cana, pochi anni fa città a maggioranza cattolica, una piccola rappresentanza di giovani dell’esigua minoranza oggi rimasta, ci ha testimoniato difficoltà quotidiane. In pochi anni i musulmani sono diventati la maggioranza, per via del forte tasso di natalità (famiglie musulmane anche con 12-14 figli a fronte della media cattolica di max 3 figli) e della dispersione dei cattolici che ha difficoltà a ritrovarsi e a fare comunità quindi crescere nella fede.
Ha difficoltà ad essere integrato e non emarginato per via della sua religione.
Ma una delle maggiori contraddizioni che abbiamo visto è stata sicuramente la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. In uno stesso luogo convivono armeni, coopti, ortodossi, cattolici. In un mix di stili e arte di cui la Basilica abbonda, emerge la difficoltà della convivenza. Ognuno deve avere il diritto di celebrare, conquistato con ogni mezzo, ed ha il proprio convento all’interno ma nessuno deve predominare o decidere di sua iniziativa. Nessuno quindi può decidere o comandare: e la Basilica che ha bisogno di notevoli ristrutturazioni rischia di crollare perché non ci si mette d’accordo; all’interno ognuno parla, grida e sembra di essere ad un mercato perché nessuno può comandare. Davanti al Calvario ho pianto vedendo gente che Lo crocifigge oggi come allora .
La sicurezza è affidata ai musulmani: già proprio ai musulmani! Hanno anche le chiavi della Basilica e forse non la chiudono solo per i forti introiti che i pellegrinaggi portano ad una terra nella quale il turismo è una delle principali risorse. Chi del resto potrebbe garantire, nel groviglio dei rapporti ecumenici, una certa dose di imparzialità se non una religione completamente scevra da ogni coinvolgimento?
La più semplice risposta che abbiamo ricevuto alle nostre domande è stata quella del Custode di Terra Santa che abbiamo incontrato: “Ci basta essere qui”. Il come e cosa si può fare, deve necessariamente nascere dall’incontro
con popoli, culture e religioni. Il nostro francescanesimo viene quotidianamente messo a dura prova.
Oggi al mio ritorno posso testimoniarlo a voce alta: e’ stato un pellegrinaggio indimenticabile!
Ho visto la “scenografia” del Vangelo: luoghi fantastici, basiliche ricche di storie bimillenarie, lì dove tutto ha avuto inizio.
Ho avuto la fortuna di condividere la scoperta delle origini cristiane con altri giovani francescani orgoglioso che la custodia dei luoghi santi sia Francescana.
Ho riletto il brano dell’incontro di San Francesco con il Sultano alla luce delle difficoltà, che oggi viviamo, di dialogo con le altre religioni.
Nel mio impegno in Italia ho anche ripensato alla mia eccessiva apertura verso le richieste dei musulmani, in particolare le richieste di avere le loro moschee. Così come non ci è concesso costruire chiese in quei luoghi non si può sorvolare per puro buonismo sulla nostra identità. La tutela delle nostre radici Cristiane, che nulla ha a che fare con il razzismo, è una necessità. Ho paura che fra non molto non ci sia più concesso far suonare le campane delle nostre chiese.
E’ stato un pellegrinaggio che, al pari della Mecca per i musulmani, non dovrebbe mancare nella vita di qualsiasi Cristiano.

Roberto Maraglino
Consigliere Nazionale GiFra